venerdì 21 maggio 2010

LA FINE DELLE BRIGATE ROSSE

L'organizzazione è stata sradicata sia in conseguenza dell'azione di alcuni infiltrati dei servizi segreti, sia grazie a una legge che concedeva benefici penali ai membri che, arrestati, si fossero pentiti e avessero collaborato alla cattura di altri membri, ricusando la propria fede e denunciando i compagni. Un'altra ragione dello sfaldarsi delle BR fu il venir meno della loro attrattiva nei confronti delle aree movimentiste e del disagio sociale, e del loro progressivo isolamento ideologico durante la seconda metà degli anni settanta, a causa delle trasformazioni sociali in atto. Nel 1989 i processi per il rapimento di Cirillo e per l'omicidio di Ruffilli condannavano all'ergastolo l'ultimo drappello di terroristi catturati.


In Italia si discute ancora intorno alla sopravvivenza di questa organizzazione o a una sua possibile ricostituzione, dal momento che negli ultimi anni sono stati compiuti atti terroristici da parte di persone che si sono richiamate alle BR e ne hanno assunto il nome e le insegne.



Alcuni capi brigatisti arrestati e condannati sono attualmente inseriti in programmi di reinserimento sociale; molti di essi tuttora rilasciano interviste giornalistiche, pur senza mai aggiungere granché alle verità processualmente accertate. Da notare che la posizione di molti di essi è quella di non rinnegare il passato eversivo (i cosiddetti "irriducibili"). Nonostante la proposta di grazia per il capo storico delle BR, Renato Curcio, presentata all'allora capo dello stato, Francesco Cossiga, il pericolo rappresentato dalle BR non poteva dirsi affatto trascorso. Curcio, per tutto il mese di agosto 1991, aveva bollato come "conclusa" l'epopea brigatista, ma altri irriducibili erano di parere ben differente.



Molti esperti di terrorismo, considerato il numero degli irriducibili al tempo latitanti, espressero il dubbio circa l'effettiva eliminazione del gruppo terroristico nel 1988. Infatti, il 2 settembre 1993, venne compiuto un attentato contro la base americana di Aviano. L'indomani, due telefonate giunte, nel pomeriggio, alla redazione romana de La Repubblica ed,in serata, a quella di Pordenone de Il Gazzettino lasciarono pochi dubbi in proposito. Un'altra chiamata, anche alla sede di Milano dell'agenzia ANSA, recitò: "Qui Brigate Rosse. Rivendichiamo l'azione di Aviano". Una voce maschile, senza inflessioni dialettali, spiegò nei dettagli il movente e la dinamica dell'attentato, per fortuna senza morti e feriti, in quanto venne lanciata una bomba a mano ad elevato potenziale contro il muro di cinta della base dell'USAF. L'anno prima (18 ottobre 1992), la medesima rivendicazione era giunta per un attentato contro la sede romana della Confindustria. E, di nuovo, il 10 gennaio 1994, a Roma, si verificò un attentato alla NATO Defense College; il 23 febbraio 1996, sempre a Roma, si ebbe un ennesimo attentato dinamitardo contro una palazzina dell'Aeronautica Militare; ed erano stati i neo-brigatisti a sparare contro la sede regionale di Forza Italia a Milano nella notte del 12 marzo 2003.

Il 1992 viene identificato come l'anno di nascita dei movimenti che porteranno alla genesi delle Nuove Brigate Rosse. Agli attentati messi a segno dai Nuclei Comunisti Combattenti ("NCC"), si somma la fondazione, a Viareggio, il 21 novembre, dei Comitati di Appoggio alla Resistenza Comunista ("CARC"). Infatti, il 13 febbraio 1995 vengono arrestati due appartenenti agli Ncc, Fabio Mattini e Luigi Fucci. Quest'ultimo è stato il compagno di Nadia Desdemona Lioce, già ritenuta dalla Digos appartenente al gruppo sovversivo e irreperibile proprio dal '95.


Nonostante gli appelli della "Vecchia Guardia", che - l'11 maggio 1997, a Torino, chiese di porre fine una volta per tutte all'esperienza della lotta armata, la situazione continuò ad evolvere verso un nuovo scontro con lo Stato. Ai CARC ed ai NCC si aggiunge anche una sigla mai prima apparsa. Infatti, il 22 giugno 2000, a Riva Trigoso (Genova), cinque fogli dattiloscritti vengono recapitati tramite posta prioritaria alla rappresentanza sindacale unitaria della Fincantieri di Riva Trigoso. Contengono frasi inquietanti, minacce ed esortazioni agli operai affinché riprendano la lotta armata. Il documento, firmato con una stella a cinque punte simbolo delle Brigate Rosse posta sotto la dicitura Nucleo di iniziativa proletaria rivoluzionaria ("NIPR"), sarebbe stato inviato dall'aeroporto "Leonardo da Vinci" di Roma. La busta giunge anche ad altre aziende italiane, tra cui l'Ilva di Genova. Lo stesso gruppo aveva rivendicato il 19 maggio a Roma la paternità dell'ordigno esploso quattro giorni prima nelle sede della Commissione Antisciopero in via Po, a Roma.



"lukketto"




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